Glossario


ASOLA – Occhiello orlato nel quale si infila il bottone.

ARMATURA – Incrocio dei fili dell’ordito e della trama che dà effetto d’intreccio e disegno sul tessuto. I tipi di armatura sono tre: tela, saia, satin o raso. L’armatura più comune è quella detta intreccio-tela.

BATISTA – Tela molto sottile, ad armatura chiusa e di aspetto lucido. Originariamente in lino, è ora realizzata anche con filati di cotone molto fini e utilizzata per camicie, fazzoletti e biancheria.

BEDFORD CORD – E’ un filato di lana particolarmente caldo e pesante, usato in Inghilterra per giacche e abiti da caccia. A causa del suo peso è adatto solo a climi molto rigidi ed è davvero improponibile in un ufficio riscaldato. Dal punto di vista estetico piace molto agli appassionati dell’abbigliamento sportivo all’inglese, i quali sono fedelissimi a questo materiale indistruttibile.

BLAZER – Giacca sportiva di lana blu, con bottoni di metallo e taschino. Il navy blazer classico, ispirato alla divisa della marina britannica del XIX secolo, è una giacca doppiopetto con sei bottoni dorati. E’ sempre blu scuro e presenta due spacchi laterali, un taschino e due tasche a patta. A differenza di quest’ultimo il blazer monopetto non è di origine militare ma deriva bensì dalla giacca da club indossata nelle associazioni di canottieri nell’Inghilterra del XIX secolo. Dovrebbe avere tre tasche a toppa anche se oggi è molto in voga la variante con tasche a patta. Può presentare bottoni in metallo color oro o color argento.

BOUCLE’ – Tessuto di lana o altro filato, realizzato con gli omonimi filati cardati: l’aspetto è molto irregolare, con nodi o ricci in superficie. Ha peso assai variabile, ed è usato per abiti, giacche e paletots sportivi.

BRITISH WARM – Nasce come cappotto militare ed è davvero caldo come suggerisce il nome stesso. Solitamente realizzato in spessa lana melton, a volte è cucito anche in cavalry twill pesante. Ne esistono infine delle varianti nobili in cachemire.

CACHEMIRE – Fibra ottenuta dalla lana delle capre allevate nelle zone del Tibet, sugli altipiani della Mongolia, in Cina e in Iran. Il tessuto può essere cardato (morbido, resistente, quasi sempre follato) e pettinato ( leggero, molto resistente ed esente dal fenomeno del “pilling”).

CAMMELLO – La “lana cammello” si ottiene dal sottopelo dell’omonimo animale che in primavera si stacca naturalmente e viene recuperata dai raccoglitori di pelo che seguono le carovane. II pelo più pregiato è quello del cammello che vive in Asia tra la Mongolia e il Golfo Persico. II termine cammello indica il tessuto in pelo di cammello dal caratteristico colore naturale rossiccio solitamente cardato, follato e rifinito a pelo corto e morbido. Impropriamente si indicano come cammello, tessuti anche non pregiati, dal caratteristico color beige.

CANGIANTE – Tessuto che presenta diversità di colore fra i fili dell’ordito e quelli della trama e che per cui, guardandolo da differenti angolazioni, cambia tinta diventando quasi iridescente.

CARDATO – Filato o tessuto passato attraverso la cardatura. Presenta un aspetto pelurioso, voluminoso e caldo e viene usato per realizzare capi pesanti.

CARTAMODELLO – E’ il disegno o sagoma base, fatto in carta, usato per la realizzazione di un abito.

CAVALRY TWILL – Tessuto diagonale molto solido e robusto a costine marcate, realizzato con filato pettinato due capi ben ritorto. E’ una stoffa compatta usata solitamente per la confezione di pantaloni. Per la sua elasticità è adatto a un abbigliamento sportivo, ed è anche largamente utilizzato per divise militari.

CHEVIOT – E’ un filato pettinato molto resistente ma altrettanto ruvido che viene prodotto con la lana delle pecore cheviot. E’ il tipico tessuto degli abiti sportivi inglesi.

CIMOSA – Bordi laterali dei tessuti resi più resistenti dà una lavorazione più fitta per far sì che la stoffa non sfilacci nel senso della lunghezza. Spesso sulla cimosa viene eseguita una stampigliatura o una tessitura portante la marca del fabbricante o la composizione del tessuto: in questo caso si definisce “cimosa parlante”.

COTONE – Fibra tessile ricavata dai peli che rivestono i semi della pianta omonima. Il suo nome deriva dall’arabo Katun (parte delle terre conquistate). Esistono cotoni di diverse qualità secondo la provenienza. II più pregiato è il Sea Island, dalla lunga fibra setosa, che viene usato per le lavorazioni più raffinate. I cotoni si classificano a seconda del titolo, mentre la lunghezza della fibra ne determina la qualità: più è lunga, più il cotone è lucente, resistente e pregiato. Il cotone è una fibra leggera e robusta allo stesso tempo, non ripara dal freddo come la lana, ma protegge bensì dal caldo, specialmente se indossato di colore bianco. Dopo il lino e la lana il cotone è la fibra tessile più antica. E’ il tessuto più diffuso al mondo in quanto poco costoso, molto versatile e adatto ad assorbire perfettamente ogni tipo di colorazione.

COVERT – E’ un tessuto tipico del country wear inglese, adatto in particolare a cappotti ma anche a giacche da cavallerizzo, le c.d. hacking jackets. Il mélange più diffuso è verde o marrone.

CHESTERFIELD COAT – Cappotto che divenne di moda nel corso dell’Ottocento. E’ disponibile monopetto o doppiopetto nei colori beige, blu, grigio o nero, anche se il modello più noto è quello monopetto con abbottonatura nascosta, realizzato in filato di lana a spina di pesce grigio e con collo applicato in velluto nero.

CRAN – E’ l’angolo tra il collo e il bavero e gioca un ruolo fondamentale per le proporzioni della giacca nel suo complesso. Un cran alto, in stile napoletano, risulterà in un bavero più lungo, facendo sembrare anche il busto più alto.

CROMBIE – E’ il classico cappotto inglese da città. Viene realizzato in tessuto pesante, di solito blu scuro, ed è particolarmente adatto alle fredde giornate autunnali e invernali.

DECATISSAGGIO – Operazione consistente nel togliere l’appretto che in tessitura è stato applicato alle stoffe di lana, cotone o lino. Il decatissaggio ha la funzione di rendere soffici e morbidi i tessuti, di fissarne la brillantezza, di conferire loro la proprietà di non restringersi quando accidentalmente si bagnano e inoltre di assestarli in modo che non subiscano ritiri durante la confezione e l’uso.

DENIM – Tessuto ad armatura a Saia in cui i fili di ordito sono tinti di blu mentre quelli della trama sono greggi, imbianchiti, tinti di grigio o colorati di blu più chiaro dei fili di ordito.

DIRITTO – I tessuti hanno un diritto ed un rovescio. Sono a due diritti se le facce sono uguali, a doppia faccia se hanno il diritto ed il rovescio diversi.

DONEGAL TWEED – Tweed prodotto nell’omonima città dell’Irlanda.

DOPPIOPETTO – Abito con giacca a petti soprammessi e con due file di bottoni. Il doppiopetto è caratterizzato dai revers a lancia e dal suo peculiare tipo di bottoniera. Sebbene sia possibile trovarne diverse varianti, il modello più ricorrente è il 6 a 2, ossia con 6 bottoni dei quali solamente due sono funzionali all’uso.

DOUBLE FACE – Consiste in un tessuto con diritto e rovescio di aspetto diverso, ma ugualmente utilizzabili come diritto del capo da realizzare. Solitamente in lana cardata molto morbida, viene utilizzato per cappotti.

DRAPPEGGIO – Tessuto ripreso e fissato in modo da formare un movimento armonico di ampie pieghe ricadenti. Anche insieme di pieghe morbide, disposte per ornare un abito.

DRILL – Tessuto in cotone molto robusto e pesante simile al denim. Solitamente bianco o color cachi, è utilizzato per divise militari o coloniali e per abiti estivi.

DRITTO FILO – Direzione del filo dell’ordito in un tessuto. Dicesi “dritto filo in trama” quando il tessuto viene tagliato seguendo il filo della trama.

ECRU –  Termine usato per descrivere filati o tessuti come seta o lino nella loro condizione originaria grezza, ossia né sbiancate né tinte.

FAÇON – Linea, foggia, fattura dell’abito.

FANTASIA – Tessuto a colori vivaci o comunque disegnato.

FELTRATURA – Effetto prodotto dalla follatura nei tessuti di lana, le cui fibre si compenetrano e si saldano, così che il tessuto diventa più compatto, aumenta il suo peso per unità di superficie e l’intreccio tra i fili è reso quasi invisibile.

FIL-A-FIL – Il “Fil à Fil” è una variante del popeline. Realizzato in armatura tela con un intreccio caratterizzato dall’utilizzo di filati in colore contrastante, deve a questa particolarità il suo effetto finale con fini costine trasversali di colori alternati. Si presenta con tipica “mano setosa” e colori brillanti.

FILATO – Prodotto derivato dalla riunione di fibre tessili che, sottoposte a operazioni di filatura, sono state trasformate in modo da ottenere un corpo lungo, continuo e flessibile detto “filo”, adatto a essere intrecciato per la produzione di tessuti e per tutte le altre applicazioni che richiedono caratteristiche di resistenza ed elasticità per costituire un intreccio.

FINEZZA – Misura di valutazione economica usata nell’industria tessile per le fibre naturali, i fili e i filati. La finezza viene espressa dal titolo.

FINISSAGGIO – Operazione o insieme di operazioni intese a conferire determinate caratteristiche a un tessuto, ossia a renderlo morbido al tatto, resistente, idrorepellente, antipiega, etc. A tale scopo si effettuano trattamenti meccanici, fisici e chimici, dei quali i più importanti sono l’appretto, la calandratura, la cimatura, il decatissaggio, la follatura, la garzatura, l’impermeabilizzazione, la mercerizzazione, il sanforissaggio.

FLANELLA – Tessuto caratterizzato dalla superficie uniforme e pelosa e dalla mano morbida e calda. Può essere pettinato o semipettinato, follato e garzato, e costituisce un classico fondamentale dell’abbigliamento. La materia prima può essere diversa: lana, ordito in cotone e trama in lana, o interamente in cotone. La flanella in cotone è molto soffice e ha un aspetto simile alla felpa, ma ne differisce avendo tutte e due le superfici pelose.

FOLLATURA – Operazione di rifinitura che provoca l’infeltrimento di tessuti e maglie di lana al fine di renderli più spessi, compatti e resistenti. Ha la funzione di rendere più spesso un tessuto di lana feltrandolo in superficie, e di conferirgli nello stesso tempo, morbidezza al tatto. Dopo la follatura i tessuti vengono generalmente sottoposti anche a una leggera garzatura, che produce una peluria più o meno accentuata, la quale aumenta la loro proprietà termoisolante. Si sottopongono a follatura i tessuti di lana cardata (drappi di tutti i tipi) e alcuni tessuti di lana pettinata.

FODERA – Rivestimento in seta, lana, pelliccia o altro materiale, applicato all’interno di cappotti, giacche, pantaloni e altri indumenti. Le fodere sono generalmente una parte funzionale del vestito, essendo usate per mantenere le sagome, per migliorare la vestibilità e il comfort permettendo lo scorrimento all’interno del capo, oppure per aggiungere dell’isolamento termico e infine per nascondere la struttura complessa di un abito.

FRAC – Il frac o marsina è un abito maschile molto formale. Viene indossato più frequentemente di sera ma al contrario dello smoking può essere portato anche di giorno quando l’occasione lo richieda e sull’invito si trovi scritto “cravatta bianca”. Una delle occasioni mondane più note nella quale viene indossato è la cerimonia di consegna dei premi Nobel. Altre possibili occasioni includono udienze presso il Papa, i ricevimenti in ambasciate, cene di Stato, incoronazioni di regnanti, prime teatrali e balli di un certo livello. E’ anche l’abito d’uso dei direttori d’orchestra. Il frac deve essere nero. La giacca è sempre monopetto e non può essere abbottonata. I revers a punta di lancia sono in seta come per lo smoking. Sempre privo di risvolto, l pantalone nero da frac presenta sulla cucitura verticale un doppio gallone, ovvero due bande di satin parallele. Il panciotto è di piqué di cotone bianco con revers, e a seconda dei modelli può presentare un’abbottonatura semplice oppure doppia. Il frac si indossa per tradizione con un cravattino bianco.

FRESCO DI LANA – Tessuto pettinato in tinta unita di lana per abiti estivi. Ad armatura tela, piuttosto aerato ed aperto, viene fatto con filati ritorti a due o tre capi che lo rendono particolarmente ingualcibile e resistente.

FUSTAGNO (MOLESKINE) – Tessuto di cotone garzato, peloso sul diritto e ruvido sul rovescio, molto robusto e compatto. Nell’aspetto è simile alla pelle scamosciata e viene usato per pantaloni sportivi e giubbotti. E’ dotato di grande solidità e resistenza.

GABARDINE – Tessuto pettinato in tinta unita ad armatura diagonale e struttura molto serrata. È caratterizzato da costine diagonali molto inclinate, più marcate sul diritto che sul rovescio, e da una superficie ben rasata che conferisce una particolare lucentezza al tessuto. Viene fabbricato in lana, misto lana o cotone, con pesi diversi in modo da essere usato per capi sia estivi sia invernali.

GARZA – Tessuto molto leggero, trasparente e solido, caratterizzato da alcuni fili di ordito detti “a giro” perché hanno direzione curvilinea e si spostano ora a destra, ora a sinistra. Trova impiego nell’abbigliamento, soprattutto in camiceria.

GARZA INGLESE – Si differenzia dalla garza normale per un doppio filo di ordito che girando attorno ai fili di trama evita lo scorrimento e dà al tessuto stabilità e solidità. Viene fabbricata in seta per veli e cravatte, in cotone per abiti.

GESSATO – Stoffa scura con sottili righe chiare verticali parallele. La caratteristica di questo tessuto, che può essere in lana pettinata o in flanella, sono le sottili righe bianche che lo percorrono. I colori di base variano dal marrone al blu scuro e al grigio antracite, fino al nero. Esistono tre versioni di gessato: il “chalk stripe”, che presenta una linea continua come tracciata con un gesso; il “pinstripe”, la cui riga é costituita da piccoli pallini (una successione di punti), e il “cable stripe” dove la riga é formata da piccoli tratti diagonali che ricordano i disegni di una corda.

GRISAGLIA – Tessuto con disegno a scaletta. Trattasi di un pettinato di lana o di cotone a piccoli punti neri e bianchi mediante i quali si ottiene una caratteristica tonalità grigia.

HARRIS TWEED – Per la maggior parte degli europei continentali, l’Harris è il tweed per antonomasia. Questo tessuto presenta una superficie ruvida ed è particolarmente resistente. Solo la lana tessuta nelle isole Ebridi Esterne può fregiarsi di questa ambita etichetta. L’Harris è disponibile in diversi colori dalle intense tonalità ed è il tessuto ideale per le giacche sportive da indossare in campagna.

HERRINGBONE – L’Herringbone o spina di pesce è un classico tessuto utilizzato per giacche sportive. E’ disponibile in diversi colori: marrone, grigio chiaro o scuro e verde, ma è possibile trovare anche una variante blu in tonalità media o scura.

HOPSACK – Tessuto caratterizzato da una trama piuttosto larga e aperta. Il suo speciale intreccio non è altro che una variazione della comune armatura a tela in cui i fili di ordito e trama formano un semplice schema “a scacchi”. Questa speciale lavorazione crea un tessuto dall’aspetto informale, sportivo, luminoso, con un effetto mosso molto particolare. E’ un’ottima alternativa estiva alla flanella o al tweed, ed è uno dei tessuti più adatti per la confezione di giacche e blazer primaverili/estivi.

IMBASTITURA – è una cucitura provvisoria utilizzata in sartoria, eseguita a mano o a macchina, in cui i punti, sostituendo i definitivi, vengono cuciti con tratti e spazi più ampi.

INTERFODERA – falda che viene posta tra il tessuto e la fodera come rinforzo o imbottitura.

JACQUARD – Speciale meccanismo a cartoni perforati che, applicato ai telai per comandare il movimento dei singoli fili di ordito, permette di ottenere disegni anche molto complessi.

KID – Denominazione del giovane capretto della capra d’Angora (kid mohair) che produce il mohair più fine e pregiato.

LANA – Fibra tessile di origine animale ricavata dalla tosatura delle pecore di razza merino e incrociata. Il processo di trasformazione prevede prima la lavatura e poi la filatura seguendo due cicli di lavorazione secondo la qualità delle fibre:
1) il sistema pettinato, nel quale si utilizzano lane vergini, dalle fibre lunghe che vengono disposte in modo parallelo così da ottenere un filato raccolto per tessuti battuti, lisci, leggeri, meno caldi e più costosi;
2) il sistema cardato che utilizza fibre corte, poco orientate, che danno un filato più voluminoso, adatto alla realizzazione di tessuti più gonfi, pelosi, morbidi e più caldi. Ne esistono molte varietà, classificabili in base a finezza, lunghezza, colore e lucentezza.

LINO – Fibra naturale cellulosica estratta dallo stelo della pianta omonima. II filato che si ottiene si presenta con mano fresca, lucentezza serica, rigidità e resistenza molto elevata. II tessuto può essere molto fine e leggero da usare per la biancheria, oppure più pesante e grezzo per l’abbigliamento estivo. Il lino è una fibra freschissima, adatta soprattutto ai climi più caldi, ha un’ottima capacità di assorbire l’umidità. Per la sua particolare struttura molecolare il lino assorbe acqua fino al 20% del peso senza che il corpo avverta umidità, particolarità che lo rende indicato per i tessuti che si trovano a contatto con la pelle.

LODEN – Tessuto di lana peloso e compatto di origine Tirolese, molto utilizzato nella confezione di cappotti.

MADRAS – Il tessuto originario, fabbricato su telai a mano nell’omonima città dell’India, era leggero, di cotone molto fine e trasparente come un velo. Quello invece maggiormente conosciuto oggi e usato in abbigliamento è un tessuto di cotone con disegni a righe e a quadri realizzato con filati molto colorati.

MANO – Termine tecnico col quale si indica la sensazione tattile che si riceve toccando tessuti, filati o maglie. Si può quindi parlare di “mano” morbida, soffice, secca, dura, rigida, dolce, gonfia, voluminosa, scattante, ruvida, molle, sostenuta, et cetera.

MAPPINA – La manica cucita “a camicia” (ovvero quando il tessuto è applicato al di sotto della spalla) con una leggera morbidezza del giro a Napoli si definisce cucita “a mappina”. La mappina è proprio quella caratteristica che presuppone che il giromanica nella sua parte superiore (c.d. “tromba”) sia più bombata e rotonda. Nello specifico si ottiene lavorando sulla lentezza della tromba. Quest’ultima, avendo un’ampiezza maggiore del giromanica, quando si unisce la manica al giro produce un caratteristico effetto arricciato chiamato in gergo “repecchia”.

MARTINGALA – Cintura di collegamento (o mezza cintura) che viene usata nell’abbigliamento.

MELANGE – Insieme di filati di diverso colore le cui fibre sono state mescolate prima della filatura per dare un effetto fuso e sfumato.

MELTON – Tipo di procedimento a cui sono sottoposti i tessuti fabbricati con filati di lana pura o in mischia. Consiste essenzialmente in una follatura a fondo che conferisce al manufatto una mano molto dolce e morbida, e che lo rende termocoibente e quindi adatto all’impiego nella confezione di stoffe per cappotti e divise militari.

MOHAIR – Pelo soffice e lucente della capra d’angora caratteristico per la sua morbidezza e sericità. Allevata da oltre 2000 anni in Turchia, oggi si trova soprattutto in Sud Africa e nel Texas. La fibra più pregiata proviene dal Kid Mohair, il capretto di un anno dal pelo liscio, lucido e vaporoso. Viene solitamente utilizzato per filati pettinati.

MONOPETTO – Giacca con un’unica fila di bottoni le cui falde anteriori non si sovrappongono.

NIDO D’APE – Tessuto di lino, cotone o lana con disegno geometrico a righe in rilievo alternate a incavi incrociati diagonalmente, tali da ricordare l’alveare delle api.

OCCHIELLO – Foro variamente orlato o rinforzato, destinato ad accogliere un elemento complementare di unione o di chiusura quale per esempio un bottone.

OCCHIO DI PERNICE (o BIRD’S EYE) – E’ un tessuto scuro con piccoli punti chiari e scuri, vagamente simili all’occhio di pernice. E’ un classico semiformale, spesso usato in ambienti di lavoro in alternativa alla grisaglia.

ORDITO (o CATENA) – Insieme di fili, solitamente più ritorti e resistenti rispetto alla trama, che formano la lunghezza della stoffa.

OXFORD – Tessuto originario dell’omonima città inglese con ordito di filato più fine rispetto a quello usato per la trama. L’uso di un filo di trama per ogni due di ordito danno l’effetto di microscopici punti bianchi su fondo colorato.

PALTO’ – adattamento del francese paletot, che deriva a sua volta dall’inglese medio paltok, ossia giacca corta. Termine entrato nel codice dell’abbigliamento con il significato generico di soprabito, cappotto.

PANCIOTTO (o GILET) – E’ un indumento maschile senza maniche da portarsi sotto la giacca, lungo poco oltre la vita, abbottonato sul davanti e con il dorso costituito da una semplice fodera.

PANNO – Tessuto di lana follato, garzato e pressato, reso particolarmente lucido con il finissaggio, solido compatto leggero e morbido.

PANNO CASENTINO – tradizionale tessuto di lana tipico del Casentino.

PANNO GROSSO BERGAMASCO – tessuto pregiato ruvido, caldo e molto robusto.

PETTINATURA – Operazione che completa la pulitura delle fibre e le seleziona in lunghezza eliminando quelle più corte.

PIED DE POULE (o HOUNDSTOOTH) – tessuto con disegno a zampa di gallina e armatura a batavia in cui si montano fili colorati, 4 bianchi e 4 neri.

PINCE – Il termine pince deriva dal verbo francese pincer (pizzicare, stringere) ed indica quelle pieghe a cucitura interna realizzate per modellare o restringere un capo di abbigliamento.

PIQUE’ – Tessuto di cotone generalmente bianco o chiaro caratterizzato da una superficie a rilievo formata da piccole coste. Deve il suo nome al francese “piquer” che significa letteralmente “piccare”. Questo effetto singolare viene ottenuto grazie ad una catena supplementare e tesa che passando sulle trame costringe il tessuto ad incurvarsi formando quindi il voluto incavo che lo caratterizza.

POIS – fantasia con disegno a pallini, distribuiti regolarmente sul tessuto.

POLSINO – Nella camicia è la parte terminale della manica che avvolge il polso. I polsini, alla pari del collo, variano secondo il modello della camicia. La caratteristica più rilevante che differenzia le varie tipologie di polsini è la chiusura, che può essere una semplice abbottonatura o richiedere l’uso dei gemelli. Quest’ultimo tipo di chiusura, detto anche alla francese, ha una doppia asola che viene ripiegata su se stessa. E’ un polsino che si trova su camicie destinate ad un uso molto formale. Per un abbigliamento meno formale, esistono anche camicie con polsini singoli da gemelli. L’estremità del polsino con abbottonatura può invece essere di diverse tipologie ed ognuna si adatta a situazioni diverse: il polsino stondato o tondo è il più semplice, moderno e pratico, ideale per l’ufficio ma non per le occasioni formali; il polsino spinzato o smussato con un bottone si può indossare in tutte le occasioni; il polsino squadrato è adatto alle camicie più sportive.

POPELINE – è un leggero tessuto di cotone di mano fresca e asciutta, usato per la confezione di camicie.

PRINCIPE DI GALLES (o GLEN CHECK) – Si ottiene lavorando il tessuto in lana cardata o pettinata denominato Saxony, che deve il nome alla zona di provenienza, la Sassonia. Sul Saxony si riproduce un disegno a finestre quadrate di grandi proporzioni, al cui interno si alternano fantasie quadrettate e a pied-de-poule. Si impiegano filati bianchi e neri, bianchi e marroni o grigi. Solo in tempi moderni si sono aggiunti i colori rosso o azzurro per delimitare i riquadri più grandi. Il tessuto è uguale sia al dritto che al rovescio con effetto diagonale, la cosiddetta armatura a batavia. E’ un tessuto con carattere sofisticato ma non formale, anche nelle colorazioni più sobrie.

RASO (o SATIN) – è un tessuto fine, lucido, uniforme, dalla mano morbida. E’ un’armatura tessile fondamentale i cui punti di legatura di ordito (raso di ordito) e di trama (raso di trama) sono ridotti al minimo indispensabile in modo da risultare quasi invisibili.

REVERS (o BAVERO) – Il revers non è altro che il risvolto al collo di una giacca o di un cappotto. E’ un elemento importante nella costruzione di una giacca perché a seconda del modello scelto ne determina la forma. Esistono tre tipi di revers per le giacche: a lancia, classico dentellato e sciallato. Il revers dritto a lancia per giacca ad un petto ed un bottone viene usato per la giacca del tight, dello smoking e del frac. Inoltre è il tipico rever delle giacche doppiopetto ma oggi è molto utilizzato anche per le giacche ad un petto ed a due bottoni, o a tre bottoni stirato a due. I revers a lancia sono spesso utilizzati anche per i cappotti. Il rever classico o dentellato è il più diffuso ed anche il più comune e facile da indossare. Tipico della giacca monopetto, si caratterizza per un taglio nel tessuto simile ad uno scalino o ad un dente. Sulle giacche ad un petto il revers è dritto o ha una curvatura appena accennata. Il revers sciallato si caratterizza per la mancanza del cran. E’ tipico delle giacche da smoking e delle giacche da camera.

RITORTO – Aggettivo riferito a fili e filati che hanno subito una torsione per unire uno o più fili, o uno o più componenti.

SAIA (o TWILL) – E’ comunemente denominato twill o saia il tessuto che in base alla costruzione (trama-ordito) presenta un effetto in rilievo diagonale. Se il rapporto è di 1:2 (saia a tre) un filo di ordito passa sopra un filo di trama e poi sotto due; così è l’armatura del denim che necessita di tre licci. Molto comune è la saia a quattro, detta batavia. Vi sono molte saie che danno come risultato, oltre le diagonali, disegni a lisca di pesce e pied de poule. Tra i tessuti più noti tartan, tweed e gabardine sono saie.

SBIECO – Tecnica di taglio in diagonale (che non segue dunque il dritto filo) necessaria per la realizzazione di alcuni modelli di abiti che necessitano di una caduta facilmente drappeggiabile.

SEERSUCKER – Tessuto di cotone usualmente a righe, usato per confezionare indumenti estivi. È ottenuto montando in ordito fili con tensioni diverse (gruppi di fili tesi alternati a gruppi di fili molto lenti) che danno al manufatto un aspetto arricciato. Questa caratteristica fa sì che il tessuto non resti aderente alla pelle, facilitando la traspirazione, la dissipazione del calore ed il passaggio dell’aria.

SETA – fibra proteica di origine animale con la quale si possono ottenere tessuti pregiati.

SHANTUNG – Tessuto di seta dall’aspetto ruvido. I nodi che lo caratterizzano sono un’irregolarità prodotta dal fatto che un baco solo fila due bozzoli. Si tratterebbe di un difetto ma vista la relativa rarità è considerato a tutti gli effetti un pregio. E’ un tessuto che non si stropiccia, resistente all’usura ed elastico. Non è delicato come gli altri tessuti di seta.

SHETLAND – Lane molto pregiate fornite da una razza di pecore allevate nelle omonime isole della Gran Bretagna. II prodotto ricavato ha una mano soffice, un aspetto leggermente peloso e particolarmente lucente. Se ne trae un tessuto cardato con una superficie ruvida e caratterizzata da lunghi peli resistenti che rimangono del colore naturale perché non assorbono la tintura.

SMOKING (o DINNER JACKET) – Lo smoking è un tipo formale di abito completo da uomo. È un abito da sera e pertanto come prevede l’etichetta non deve essere assolutamente indossato prima delle ore 18:00. Lo si può sfoggiare per i cenoni di San Silvestro, nelle serate di gala e alle prime teatrali, nei casinò e in tutte le serate formali ad esclusione di quelle dov’è richiesto il frac. È necessario nelle occasioni dove sull’invito è specificato “cravatta nera” (“black tie”), “cravate noire” oppure “abito da sera”. Il termine smoking è una definizione usata soltanto nei paesi di lingua tedesca, francese e italiana, mentre negli Stati Uniti questo abito da sera viene indicato con il nome di tuxedo e in Inghilterra diventa dinner jacket. La giacca può essere a uno o due petti e i revers sono di seta, a punta di lancia oppure con collo a scialle. I colori consentiti sono il classico nero o un blu molto scuro. I tessuti sono più leggeri rispetto agli abiti da giorno poiché si presume che normalmente le sale per le manifestazioni serali siano ben riscaldate. Il pantalone è nero o blu scuro, a seconda della giacca, e rigorosamente senza risvolto. La cucitura esterna della gamba è coperta da una banda di seta detta gallone. Lo smoking si indossa per tradizione con un cravattino nero.

SOLARO – Stoffa di medio peso una volta con trama in cotone e oggi in pura lana, con una gamma di declinazioni ristretta. Quest’ultima non rappresenta una limitazione ma una peculiarità: la sua principale caratteristica è infatti, proprio quella di avere un peso, una colorazione ed una “destinazione d’uso” ben definita. Tessuto riconoscibile a prima vista, il Solaro presenta nell’armatura della stoffa soltanto quattro variabili: quella diagonale gabardine tradizionale, quella a spina di pesce larga, quella a spina di pesce stretta ed infine a grana riso. In merito alla colorazione, invece, rimane invariata quella che ha reso unico questo tessuto: rovescio rosso mattone e dritto tra il beige ed verde. La diversità dell’ordito e della trama crea una sorta di effetto cangiante che catturando i riflessi della luce restituisce sfumature differenti. E’ un tessuto perfetto per le mezze stagioni ed in particolare per le mattinate primaverili. L’abbinamento con altri tessuti limita il carattere del solaro, il quale dà il meglio di sé quando utilizzato per la confezione di abiti due pezzi. La sua nascita rientra nel campo scientifico-militare. Questo tessuto era infatti volto a proteggere i soldati inglesi dall’effetto nocivo dei raggi ultravioletti durante le memorabili conquiste del Secolo Imperiale a cavallo tra il XIX e XX secolo.

SPACCO – Taglio effettuato su un capo d’abbigliamento per agevolare i movimenti. Quando si sceglie una giacca è un dettaglio funzionale da non trascurare. Gli spacchi hanno origine nella cultura equestre e permettevano di cavalcare in maniera più pratica. Anche se gli uomini non viaggiano più a cavallo lo stesso principio si applica ad ogni situazione in cui è necessario stare seduti indossando una giacca. Le giacche possono avere uno spacco centrale, due laterali oppure nessuno spacco.

SPALLINA – La spallina è un tipo di imbottitura utilizzato per dare l’illusione che l’indossatore abbia le spalle più ampie e dritte. Originariamente introdotte come protezione militare nel XVIII secolo, nell’abbigliamento maschile le spalline (imbottitura) sono normalmente usate nelle giacche e nei cappotti.

SPINATO (o CHEVRON) – Disegno base dei tessuti cardati o pettinati fabbricati su armatura a saia spezzata, realizzati invertendo ad intervalli la direzione delle diagonali in modo da imitare le lische dei pesci o le spighe del grano. Gli spinati sono molto impiegati per soprabiti e cappotti.

SPREZZATURA – La sprezzatura è una qualità del comportamento che permette all’uomo elegante di dissimulare ogni sforzo compiuto per essere tale. E’ l’aggraziata arte di nascondere l’arte stessa, rifuggendo in tal modo il volgare scoglio dell’affettazione. Il termine fu coniato nel XVI secolo da Baldassare Castiglione il quale ne fece uso illustrandone il significato nel suo trattato “Il Cortigiano”.

TARTAN – Il tartan è il tessuto più rappresentativo delle Highlands scozzesi. Si tratta di una stoffa di lana con tipici disegni ottenuti dall’incrocio di strisce verticali e orizzontali di colori diversi e varia larghezza. Tali disegni sono chiamati “sett” e un intero taglio è dato ripetendo il sett più e più volte.

TASCA – Elemento dei capi di vestiario costituito da una specie di sacchetto di tessuto, per lo più di fodera, che ha la funzione di contenere piccoli oggetti d’uso personale.

TESSITURA – Intreccio di due serie di fili in cui una forma l’ordito e l’altra la trama secondo il disegno di armatura prestabilito.

TIGHT (o MORNING DRESS) – ll tight è un abito formale maschile di notevole eleganza. Come si capisce dal suo nome inglese si tratta di un abito da giorno che deve quindi essere indossato la mattina o il pomeriggio finché il sole è ancora alto in cielo. È adatto in particolare per le cerimonie nuziali di una certa solennità, purché celebrate prima delle ore 18. Per regola di galateo dovrebbe essere la scelta dello sposo quando la sposa indossa l’abito lungo con strascico e velo; l’etichetta inoltre prevede che dovrebbe essere indossato anche dai testimoni, dai padri e dai fratelli degli sposi. È obbligatorio in particolari occasioni mondane, come ad esempio per accedere alla competizione ippica del Royal Ascot. Il Morning coat è nero o grigio. La linea deriva dalla redingote e dalla finanziera ma le due falde sono tagliate in senso obliquo. la giacca fascia i fianchi, possiede un solo bottone e non ha tasche (tranne il taschino in alto a sinistra). Essa è caratterizzata dalle falde che partono arrotondate dal davanti e formano due lunghe code sul dietro che arrivano fino a sfiorare la piega del ginocchio; all’altezza della vita sono cuciti due bottoni e da lì partono due pieghe a soffietto che scendono fino a due centimetri dal fondo. Così come il frac anche la giacca del tight presenta uno spacco posteriore molto pronunciato. Il morning coat esige un gilet mono o doppiopetto. Il colore è grigio oppure bluff, cioè una via di mezzo fra il giallo e il beige. I pantaloni del tight sono a righe, ma anche in questo caso sono ammesse eccezioni. I nostalgici amano indossare il plastron, ovvero un fazzoletto da collo nello stile della cravate del XIX secolo, ma la cravatta di colore grigio argento è comunque una variante impeccabile.

TINTURA – Operazione atta alla colorazione delle fibre tessili. Può essere eseguita in vari momenti del ciclo di lavorazione, quando cioè le fibre sono in stato di fiocco, di filato, di tessuto e per la maglieria anche a capo finito.

TRAMA – L’insieme dei fili che nei tessuti tradizionali corrono perpendicolarmente a quelli dell’ordito (rispetto ai quali sono meno forti) e che intrecciandosi con loro formano l’altezza della stoffa.

TWEED – esistono vari tipi che prendono il nome della zona di cui sono originari. L’Harris tweed è fatto ancora esclusivamente con telai a mano. Il Donegal tweed deriva invece dalla città irlandese dove ha cominciato ad essere tessuto ed è una delle varianti più diffuse: ha “bottoni” di lana di colore contrastante rispetto ai fili di trama e ordito che formano un effetto tipico. Il filato del tweed è cardato, la mano è pungente ed è molto ruvido.

VELLUTI – In genere vengono identificati come velluti tutti i tessuti doppi, lisci, compatti e brillanti che presentano una superficie di fitto pelo perpendicolare alla stoffa. Sono tessuti composti da un tessuto di fondo e da fili supplementari di ordito che poi vengono tagliati formando il corto pelo. Un altro modo per ottenere i velluti è quello detto “a pezza doppia”, con un ordito comune ad entrambe e poi tagliato a metà. Il velluto a coste è un’altra variante del tessuto e può essere ottenuta sia per effetto di tessitura, sia per procedimento di spazzolatura, ceratura e calandratura. Si presenta con coste in rilievo ed è molto più resistente del velluto liscio.

VICUGNA (o VIGOGNA) – Fibra tessile pregiatissima ricavata dal pelo di vicugna, camelide che vive in Perù, Messico e Cile. II tessuto omonimo fabbricato con tali fibre è solitamente cardato, leggermente follato e peloso, morbidissimo, caldo e leggerissimo. Viene perlopiù impiegato per la confezione di cappotti.

WINDOWPANE – Motivo caratterizzato da linee orizzontali e verticali dello stesso colore che si intersecano a formare un disegno finestrato. Tessuti con questa fantasia si usano per la confezione di abiti, giacche e camicie sportive.